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Sotto il pavimento di una grande casa situata in un magico e rigoglioso giardino alla periferia di Tokyo, vive Arrietty, una minuscola ragazza di 14 anni, con i suoi altrettanto minuscoli genitori. La casa è abitata da due vecchiette, che naturalmente ignorano la presenza di questa famiglia in miniatura.
Tutto ciò che Arrietty e la sua famiglia possiedono, lo “prendono in prestito”: strumenti essenziali come la cucina a gas, l’acqua e il cibo; e ancora tavoli, sedie, utensili, o prelibatezze come le zollette di zucchero. Tutto viene preso in piccolissime quantità, così che le padrone di casa non se ne accorgano.
Un giorno Sho, un ragazzo di 12 anni che deve sottoporsi a urgenti cure mediche in città, si trasferisce nella casa delle vecchiette. I genitori di Arrietty le hanno sempre raccomandato di non farsi vedere dagli umani: una volta visti, i piccoli abitanti devono lasciare il luogo in cui sono stati scoperti. L’avventurosa ragazzina, però, non li ascolta, e Sho si accorge della sua presenza. I due ragazzi iniziano a confidarsi l’uno con l’altra e, in breve tempo, nasce un’amicizia…
Credo fosse l’inizio dell’estate 2008 quando Hayao Miyazaki mi propose questo progetto per la prima volta. All’epoca, però, io avevo in testa un altro tipo di film, e quindi continuavamo a discutere, perché nessuno dei due voleva accantonare la propria idea: ma continuando così non saremmo arrivati ad alcun risultato, pertanto decisi di arrendermi.
Circa 40 anni fa Miyazaki e Isao Takahata scrissero l’adattamento di The Borrowers. Un bel giorno, poi, Miyazaki si è ricordato di quell’adattamento e mi ha raccomandato di leggere i libri di Mary Norton, insistendo perché se ne facesse un film. Sarà per tenere cara la memoria degli anni giovanili, di Miyazaki e Takahata, non so… tuttavia posso confermare che questo genere di cose capitano non di rado allo Studio Ghibli.
«Ma perché The Borrowers proprio ora?», ho chiesto a Miyazaki. La risposta era ben argomentata: «L’idea della storia sul “prendere in prestito” è intrigante e perfettamente attuale. L’era del consumo di massa sta per concludersi perché viviamo in una brutta crisi economica e la possibilità di “prendere in prestito” invece che comprare ciò che ci serve indica la direzione verso cui il mondo si sta avviando».