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L’opera completa di Hayao Miyazaki arriva in edizione Steelbook

L’OPERA OMNIA DI HAYAO MIYAZAKI IN UN’IMPERDIBILE EDIZIONE STEELBOOK DA COLLEZIONE

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Per celebrare i 30 anni dalla nascita dello Studio Ghibli, da mercoledì 11 novembre l’opera completa del Maestro Hayao Miyazaki sarà disponibile in tutti i negozi in una nuova versione steelbook.

Un’edizione limitata caratterizzata da una nuova veste grafica e dal prezioso box metallico che esalta l’aspetto iconico dei celebri protagonisti dei film del Maestro giapponese.

Un prodotto imperdibile che per la prima volta presenta al suo interno sia il Blu Ray che il DVD del singolo film.

L’uscita della collana, composta da 10 titoli, sarà inoltre l’occasione per presentare al pubblico il primo film scritto e diretto da Hayao Miyazaki: NAUSICAÄ DELLA VALLE DEL VENTO mai uscito prima in home video. Un film attesissimo dagli appassionati dello Studio Ghibli che dall’11 novembre non potranno esimersi dal collezionarli tutti!

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Principessa Mononoke e La Città Incantata in DVD e Blu-ray

Usciti al cinema rispettivamente a Maggio e a Giugno, i due capolavori dello Studio Ghibli diretti da Hayao Miyazaki saranno presto disponibili in home video. Il primo ad uscire sarà “Principessa Mononoke”, che arriverà nei negozi il 18 Settembre in DVD e Blu Ray. A seguire, il 22 Ottobre, sarà il turno de “La Città Incantata” di tornare nei negozi, sempre in DVD e Blu Ray.

Entrambi i film saranno presentati in alta definizione, con il doppio audio italiano/giapponese, e il doppiaggio contenuto sarà quello passato quest’anno al cinema.

Presto vi aggiorneremo con dettagli tecnici e riguardo i contenuti speciali, però eccovi intanto la cover ufficiale di “Principessa Mononoke”.

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Ne approfittiamo per ricordarvi che questo è l’ultimo giorno in cui sarà possibile vedere La Città Incantata al cinema. Quindi affrettatevi e acquistate subito il biglietto cliccando sul banner seguente.

Principessa Mononoke, la parola a Hayao Miyazaki

Da circa una settimana, in occasione della Festa del Cinema, è nelle sale italiane Principessa Mononoke, il capolavoro diretto da Hayao Miyazaki, uscito per la prima volta nel 1997.

Il film, sicuramente tra quelli più amati del maestro giapponese, è stato riproposto con un nuovo doppiaggio più fedele all’originale e ha riscosso un enorme successo nelle sale.

Per chiudere in bellezza questa settimana dedicata a Principessa Mononoke, vi proponiamo le dichiarazioni di Hayao Miyazaki sul film.

“In questo film ci sono pochi di quei samurai, signori feudali e contadini che di solito appaiono nei film in costume giapponesi. E quelli che ci sono appaiono nei ruoli più marginali. Gli eroi principali di questo film sono i furiosi dei delle foreste della montagna, e quei personaggi che raramente fanno la loro comparsa sul palcoscenico della storia. Tra questi, i membri del popolo dei fabbri Tatara, gli artigiani, i braccianti, i minatori, i carbonai e i conducenti di carri, con i loro cavalli e i loro buoi. Portano armi e hanno quelli che potremmo definire come i sindacati dell’epoca, le loro corporazioni di arti e mestieri.

I terribili dei della foresta, contro i quali si battono, prendono le sembianze di lupi, cinghiali e orsi. Il Grande Spirito della foresta sul quale è incentrata la storia è una creatura immaginaria dal volto umano, il corpo di un animale e grandi corna legnose. Il ragazzo protagonista è un discendente della tribù degli Emishi, che fu sconfitta dai governanti giapponesi Yamato e scomparve in un’epoca remota. La ragazza ha i tratti di una scultura in creta del periodo Jomon, un’era pre-agricola del Giappone, durata fino all’80 d.C. circa.

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Gli ambienti principali in cui si svolge la storia sono le impenetrabili foreste degli dei, il cui accesso è vietato agli esseri umani, e le fucine del clan Tatara, che somigliano ad una fortezza. I castelli, le città e i villaggi dediti alla coltivazione del riso, che di norma sono gli ambienti in cui si svolgono le storie in costume giapponesi, qui restano sullo sfondo. Al loro posto abbiamo cercato di ricreare l’atmosfera di un Giappone ancora coperto da fitte foreste, con pochi abitanti e nessun argine, con una natura ancora incontaminata, con montagne lontane e vallate solitarie, ruscelli di acqua limpida, stretti sentieri pietrosi e non battuti e una profusione di uccelli, animali e insetti.

Abbiamo utilizzato questi ambienti per sottrarci alle convenzioni, ai preconcetti e ai pregiudizi relativi ai tradizionali drammi storici e per avere maggior libertà nel delineare i nostri personaggi. Recenti studi di storia, antropologia e archeologia ci dicono che il Giappone ha un passato molto più ricco e vario di come comunemente viene rappresentato. La povertà di immaginazione dei nostri drammi storici è in gran parte dovuta all’influenza esercitata dai cliché presenti nelle trame dei film.

Il Giappone dell’era Muromachi (1392-1573), periodo in cui si svolge la nostra storia, era un mondo in cui il caos e il cambiamento costituivano la norma. Successiva all’era Nambokucho (1336-1392), durante la quale due corti imperiali si erano fatte la guerra per la supremazia nel Paese, l’era Muromachi è stata un’epoca piena di ardimento, di clamoroso banditismo, di nuove forme d’arte e di ribellione contro l’ordine stabilito. E’ stata l’epoca in cui ha cominciato a prendere forma il Giappone di oggi. E’ stata diversa sia dall’era Sengoku (1482-1558), quando eserciti professionisti combattevano in guerre organizzate, sia dall’era Kamakura (1185-1382) quando i potenti samurai si scontravano per il dominio sul territorio.

E’ stata un’era più fluida, in cui non c’erano distinzioni tra contadini e samurai, in cui le donne erano più libere e audaci, come è possibile capire guardando le ‘shokuninzukushie’, immagini dipinte di donne dell’epoca intente a compiere i lavori più diversi. In quel mondo il confine tra la vita e la morte era più netto. La gente viveva, amava, odiava, lavorava e moriva senza le ambiguità di oggi.

In ciò risiede, credo, il significato di fare un film come questo in anni di caos mentre ci accingiamo ad entrare nel XXI° secolo. Con questo film non pensiamo di risolvere problemi globali. Non ci può essere un lieto fine dello scontro tra gli dei della foresta e gli uomini. Ma anche nel bel mezzo di odio e carneficine resta un po’ di quell’amore per cui vale la pena di vivere. Incontri meravigliosi e cose bellissime accadono ancora.

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Nel film abbiamo messo in scena l’odio, ma solo per mostrare che ci sono cose più importanti. C’è una maledizione, ma solo perché volevamo mostrare la gioia della salvezza. Cosa ancora più importante, mostriamo come un ragazzo e una ragazza arrivino a comprendersi, e come la ragazza mostri il suo cuore al ragazzo. Alla fine del film la ragazza dice al ragazzo: “Ti amo Ashikata, ma non posso perdonare gli esseri umani”. Il ragazzo sorride e le risponde: “Cerchiamo di convivere in pace”.
Questa scena riassume l’idea di film che volevamo fare.”

Principessa Mononoke sarà nelle sale solo fino a domani. Se non l’avete ancora visto, prenotate subito il vostro biglietto cliccando sul banner sotto.

La colonna sonora di Principessa Mononoke

In questi giorni, precisamente dall’8 al 15 maggio, è in programmazione nei cinema italiani Principessa Mononoke, il film diretto da Hayao Miyazaki e uscito in Giappone nel 1997. Come per altre opere dello Studio Ghibli (tra cui “Si alza il vento”) anche in questo caso la colonna sonora è stata affidata a Joe Hisaishi, compositore e pianista giapponese. Quasi tutti i brani inseriti nel lungometraggio sono in versione strumentale, fanno eccezione solo “Tatara Fumu Onnatachi” e “Mononoke Hime”.

Il primo brano intitolato “Tatara Fumu Onnatachi” (cioè le donne che spingono il mantice) è il ritornello intonato dalle donne del villaggio di Tataraba durante il lavoro con il mantice appunto, apparecchio utilizzato dai popoli antichi nella metallurgia per raggiungere elevate temperature all’interno della fucina.

 

Uno, due, anche i bambini sanno spingere
Tre, quattro, anche un orco urlerebbe
L’amore dorato delle donne del mantice
Fonde e scorre, e si trasforma in una lama

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“Mononoke Hime” (la principessa spettro), invece, è la canzone che viene suonata in sottofondo quando Ashitaka, ferito, si risveglia con San accanto e guarda il suo volto pensieroso. Subito dopo, uscito dalla grotta, avrà un colloquio con Moro della tribù dei Mononoke, che ha allevato la ragazza lupo.

La tremula corda d’un arco teso…
Fremente alla luce della Luna…
…il tuo animo.
Lo splendore d’una lama affilata…
Assai simile alla sua punta…
…il profilo tuo.
Nella tristezza e nella rabbia…
è celato un animo sincero…
a conoscerlo sono gli spiriti del bosco…
soltanto gli spettri…
…soltanto gli spettri

La delicatezza di questo brano esprime a pieno i sentimenti d’amore provati dall’animo del giovane Ashitaka, ma è poco noto che inizialmente fu realizzata la sola versione strumentale. Il regista Hayao Miyazaki, infatti, non aveva previsto per Principessa Mononoke una versione cantata del brano di Joe Hisaishi, ma un giorno durante un viaggio in macchina aveva ascoltato alla radio la voce di un controtenore e ne era rimasto profondamente colpito. La voce in questione era di Yoshikazu Mera, cantante giapponese che grazie al registro e al timbro tipicamente femminile è riuscito a dare al testo scritto da Hayao Miyazaki un’interpretazione fortemente espressiva.

Chi conosce bene l’inglese e vuole approfondire la storia di questa canzone può vedere questo video backstage della versione cantata del main theme.

Ecco, invece, il concerto dal vivo (strumentale) sempre del main theme.

I brani cantati sono stati riproposti in versione originale nel film e grazie alla proiezione in digitale è stato possibile anche sottotitolarli in italiano.

Principessa Mononoke vi aspetta nelle sale fino al 15 Maggio a soli 3 euro.

Conosciamo meglio i personaggi di Principessa Mononoke

E’ arrivato ieri nelle sale italiane Principessa Mononoke, il capolavoro del 1997 del maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki.

Principessa Mononoke racconta la storia di Ashitaka, un guerriero Emishi, e della maledizione caduta su di lui dopo che ha salvato il suo villaggio dalla furia di Nume cinghiale, impazzito dall’ira. Destinato a morte certa, il giovane abbandona il villaggio per evitare che il maleficio ricada su tutti gli abitanti. Durante il suo viaggio per liberarsi dalla maledizione, si ritroverà immischiato in una guerra tra umani e divinità. È qui che incontrerà le due acerrime nemiche Eboshi, la padrona della città del ferro, e San, la principessa spettro. L’umana che cerca di distruggere il bosco delle divinità e la ragazza lupo che cerca di contrastarla.

Conosciamo meglio i personaggi, per metà immaginari e per metà leggendari, che popolano la storia del maestro Miyazaki.

 

ASHITAKA
Il giovane principe di sangue reale è il futuro capo del clan Emishi, un popolo semi-annientato dal regime Yamato (il governo dell’Imperatore) i cui superstiti sono stati costretti a rifugiarsi nel Nord dell’Arcipelago. Ashikata ha il cuore puro. E’ un leader nato, abile nei combattimenti, sempre accompagnato dal suo Yakkuru, mezzo stambecco, mezzo yak. Si dirige a Ovest alla ricerca del Dio-Bestia affinché questi gli guarisca la ferita che gli ha inferto un dio malvagio. Come molti degli eroi di Miyazaki, Ashikata rappresenta la purezza e la giovinezza. E’ ossessionato da un’unica cosa: far regnare la pace tra gli uomini, gli animali e gli dei della natura.

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Ashikata il nobile, Ashikata il prode,
che non volta mai le spalle al suo destino.
Ashikata che ama il popolo, Ahikata che ama la foresta,
Ashikata la cui visione è chiara e pura.
Senza sosta gli abitanti del villaggio
narrano questa storia ai loro bambini
Senza sosta dicono ai loro bambini
dovete vivere come ha vissuto Ashikata.

SAN, LA PRINCIPESSA MONONOKE
Abbandonata nella foresta e allevata dai lupi delle montagne, considera la dea Moro come una madre. Cova dentro di sé un odio profondo contro la specie umana, e in particolare contro Madame Eboshi perché la ritiene responsabile della distruzione degli animali e della foresta. Con il viso coperto da una maschera rituale, si fa chiamare “Principessa degli spettri” (in giapponese “Mononoke” indica tutto quello che ha a che vedere con gli spiriti e i demoni). San è senza paura, pronta a sacrificare anche se stessa.

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Il fremito della corda tesa dell’arco,
il tuo cuore in preda al turbamento al chiaro di luna,
il tuo bel viso che si profila nella luce,
spietato
come la lama di una spada.
Coloro che conoscono il tuo cuore
celato dal dolore e dalla collera
sono gli spiriti,
gli spiriti della foresta.

MADAME EBOSHI
Rispettata da tutti, è l’anima del clan dei Tatara, un popolo di fabbri esistito davvero. Vive trincerata sulle colline, in una fortezza impenetrabile che dirige con pugno di ferro. Generosa, ha aperto le sue porte alle vecchie prostitute e ai lebbrosi. Per fabbricare dei moschetti leggeri e ultra-moderni non esita ad abbattere gli alberi e ad attaccare le forze nere della foresta. Combatte come un uomo e tiene testa ai clan che vorrebbero offrirle la loro protezione in cambio del ferro che lei produce.

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Il tuo cuore d’acciaio è spietato,
la tua volontà di ferro.
Sei tanto buona con i deboli
quanto feroce con i nemici.
Il tuo collo è bianco,
le tue braccia fragili,
ma la tua forza non ha limiti.
Hai scelto da che parte stare, senza dubbi o esitazioni.
Ti sei guadagnata l’ammirazione di coloro che credono in te.
Guardi lontano.
E’ il futuro quello che vedi?
O è il riflesso di un passato con i colori dell’inferno
che si riflette nel tuo sguardo?

IL DIO BESTIA
E’ l’anima della foresta. Appare sotto forme diverse, diurne o notturne. Di notte si trasforma in un gigante alto diverse decine di metri, che i contadini chiamano “il creatore di montagne”. Con il suo solo sguardo può impadronirsi della vita di chiunque. Solo lui può guarire la ferita mortale di Ashikata.

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Strano animale
il corpo di un cervo, il viso di un uomo
le corna come i rami contorti di un albero.
Dio terribile e magnifico
che muore con la luna calante
e rinasce con la luna nuova.
Un dio che ricorda quando è nata la foresta,
un dio dal cuore di bambino,
un dio della vita e della morte.

JIKO
Bonzo dall’aspetto di un traditore, membro di una misteriosa organizzazione, l’”unione dei maestri”. Indica la strada nella foresta ad Ashikata e manipola Madame Eboshi al solo scopo di impadronirsi della testa del Dio-Bestia che si dice doni l’immortalità.

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MORO
Nemica di Madame Eboshi, protettrice del Dio-Bestia, questa Dea-lupa ha 300 anni e ha allevato San. Capisce il linguaggio degli esseri umani, che detesta perché distruttori della natura.

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I KODAMA
Sono gli “spiriti degli alberi”, pacifici e luminosi. Possono aiutare gli esseri umani a ritrovare la strada nel sottobosco. Di loro vi è traccia in molte leggende giapponesi medioevali.

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Principessa Mononoke sarà al cinema fino al 15 maggio a soli 3 euro. Prenotate subito il vostro posto in sala cliccando sul banner seguente.

La vera foresta della Principessa Mononoke

Immaginate di entrare in questo bosco lussureggiante, con magnifici cedri e rocce coperte da muschio. Vi sembrerà poi di avere un déjà vu, perché questo posto lo avete già visto da qualche parte, in qualche film…. E infatti è proprio così.

L’isola giapponese di Yakushima, patrimonio dell’umanità, è famosa in tutto il Giappone per la sua bellezza unica, la fauna selvatica e gli alberi, alcuni anche millenari. Ma non solo, oltre ad essere visitata da escursionisti e turisti, è anche meta di viaggio per i fan di un certo anime..
Stiamo parlando dei fan di Principessa Mononoke, l’acclamato lungometraggio dello Studio Ghibli, diretto da Hayao Miyazaki nel 1997, che sarà al cinema in Italia dall’8 al 15 Maggio!

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Yakushima è stata l’ispirazione per le ambientazioni del film, con il famoso animatore Hayao Miyazaki che amava profondamente la natura selvaggia dell’isola. Questo fatto è stato così importante da far nascere un’area specifica della foresta chiamata “Mononoke Hime no Mori” (La foresta della Principessa Mononoke). Un luogo che continente paesaggi e radure molto simili a quelle nel film, dove alcune persone hanno persino lasciato delle statuette dei Kodama, gli spiriti che appaiono in Principessa Mononoke, per creare un’atmosfera ancora più suggestiva.

Se avete intenzione di visitare Yakushima, il sito The Circumference consiglia di andarci nel tardo autunno. È inoltre possibile raggiungere l’isola in aereo o in traghetto da Kagoshima City, ma in ogni stagione conviene indossare abiti impermeabili, senza dimenticare le statuette dei Kodama!

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