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L’incantevole mondo di Miyazaki unito alla magia dello Schiaccianoci

Dopo aver annunciato il suo ritiro dalla produzione di film d’animazione, nel settembre scorso, ecco Miyazaki nel suo primo lavoro dopo il pensionamento.

Si tratta del racconto “Lo Schiaccianoci e il Re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, da cui è stato tratto il famosissimo balletto “Lo Schiaccianoci” che tutti conosciamo, soprattutto per le musiche composte da  Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Dal prossimo 31 maggio 2014 sarà esposta una mostra al Museo Ghibli (Tokyo), che unirà i personaggi di Miyazaki alla fiaba dello Schiaccianoci, con l’esposizione di alcune bambole d’epoca . Nella sala inoltre, si potranno ammirare esposizioni  di grandi sculture, libri, illustrazioni, foto e quant’altro di magico e meraviglioso. L’evento è sponsorizzato da Tokuma Memorial sponsor Fondazione culturale Nisshin con la collaborazione speciale dello Studio Ghibli.

Ecco la locandina ufficiale dell’evento:

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Per chi in quel periodo sarà a Tokyo, fate un salto alla mostra, sicuramente sarà qualcosa di magico ed incantevole!

Il Castello Errante di Howl, dal romanzo al film

“Il Castello errante di Howl” è un film dello Studio Ghibli uscito nel 2004 e diretto da Hayao Miyazaki. Ambientato in un mondo immaginario che richiama molto la Mitteleuropa, è la storia di Sophie che, colpita da un incantesimo, prende le sembianze di una vecchia ed inizia un viaggio per poter sciogliere il maleficio. Durante il corso delle sue avventure incontrerà personaggi memorabili, tra i quali Howl ovviamente, e molti altri.

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Il film ebbe inizialmente una storia abbastanza travagliata, con molti cambiamenti di trama e di regia. Infatti nei piani originali, doveva essere Mamoru Hosoda a dirigere il film! Ma per divergenze artistiche e con l’amministrazione, questa possibilità venne accantonata. Miyazaki però sentì fin da subito una grande affinità con l’universo creato dalla scrittrice Diana Wynne Jones, e per questo decise di portate avanti il progetto, a modo suo ovviamente!

La struttura del libro infatti venne mantenuta, ma semplificata e modificata in alcune parti per renderla adatta al nuovo mezzo cinematografico.
Già nel libro venivano inseriti, anche se marginalmente, molti temi cari al regista giapponese, come l’ambientazione in un mondo simile al nostro ma magico, il pacifismo, le metamorfosi. Miyazaki prese questi elementi a cui era molto attaccato e ne fece la base del suo film. E come nello stile tipico di ogni grande autore, piuttosto che seguire alla lettera il materiale originale lo rielabora ed usa per nuovi scopi.

La guerra, che nel romanzo è marginale, nel film diventa uno dei passaggi cardine del film. Gli scenari della battaglie prendono intere sequenze, rappresentate con colori scuri, terrosi, sui quali spicca il rosso e giallo vivo del fuoco. Scene d’effetto che colpiscono lo spettatore e trasmettono con ancora più forza il messaggio di non violenza, estremamente caro a Miyazaki.
Inoltre, la presenza della guerra permette all’autore di introdurre un’amplissima quantità di macchine volanti, elementi imprescindibili dei suoi film. Il mondo di Howl quindi, già vivo e pieno di spiriti, si anima di macchine e mezzi più vari creati dall’uomo.

Ma il vero animo di Miyazaki traspare dai protagonisti dei suoi film. I personaggi del libro sono stati profondamente cambiati, e fatti propri dal regista.
Howl per esempio, nel libro viene rappresentato come un donnaiolo, nemmeno tanto simpatico, che cerca sempre di evitare i suoi compiti. Nel film viene mantenuto solo questo ultimo aspetto, facendo di Howl un personaggio che, in nome del suo pacifismo, si trova a doverne subire le conclusioni. Anche nella storia con la strega delle Lande traspare qualche reminiscenza dell’animo da Casanova di Howl.

Furono anche gli eventi reali a influenzare profondamente il film. Miyazaki stesso affermò di aver inserito il pacifismo come caratterizzazione di Howl dopo l’inizio della guerra in Iraq, avvenimento che lo aveva profondamente scosso.

La strega delle Lande, che da giovane e bella è resa come vecchia e tarchiata. Inoltre, nel film il personaggio si trasforma completamente a metà film, e diventa una cara nonnina che s’istalla a casa di Howl. Anche Calcifer ha subito un profondo cambiamento. Nel libro sono semplici fiammelle che parlano, mentre Miyazaki ritaglia intorno a questo nucleo iniziale un personaggio a tutto tondo.
L’anima “originale” di Calcifer, ovvero quella descritta nei libri, traspare nella trasformazione di Howl a fine film, quando diventa un’enorme demone che sorregge il castello. Anche Madame Suliman si differenzia molto dal libro, soprattutto nel film viene trasformata in un cattivo. Dietro l’aspetto di saggia anziana si nasconde in realtà un potere tremendo, ed una spietata politica che specula sulla guerra.

È forse questa, infondo, la forza dei film di Miyazaki. Creare personaggi che non sono neri o bianchi, ma in una metamorfosi permanente.

Lo Studio Ghibli “made in Italy”

Soltanto i fan più appassionati ed esperti del settore conosco tutti i processi che stanno dietro ad un film d’animazione, e ancora meno persone conoscono come effettivamente vengono animate e prodotte le singole scene.

C’è da dire innanzitutto che oramai tutti gli studi d’animazione, anche quelli che usano tecniche tradizionali, si sono de facto digitalizzati. Gli sfondi, le scene e i personaggi vengono sì disegnati a mano, ma tramite tavoletta grafica. Può capitare anche che lo studio preferisca disegnare a mano su carta e poi scannerizzare il risultato, ma in ogni caso tutta la fase di colorazione, animazione, montaggio ed effetti speciali viene gestita da un software. L’unione di tecniche tradizionali con i potenti programmi di animazione ha portato alla nascita del termine “tradigital”.

Nello Studio Ghibli l’uso di sistemi digitali è stato introdotto con Mononoke Hime, dove un software aiutava i disegnatori con il posizionamento delle ombre e con gli effetti speciali. Ancora però non c’era molta fiducia in questi mezzi, e infatti la leggenda vuole che Hayao Miyazaki li usasse come guide, trasportando poi i risultati “sulla pellicola” a mano.
Il team dello Studio si riunì nel 1996 per discutere su come poter sostituire le fasi di colorazione e di fotografia con uno programma digitale in modo da poter mantenere il controllo su tutto il processo di produzione di un film, ma contenendo i costi. A causa delle alte prestazioni richieste da Hayao Miyazaki e Isao Takahata la scelta, che fu molto ardua, alla fine cadde su Toonz, meritevole di avere un’altissima fedeltà al tratto.

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Questo software di animazione era distribuito dalla canadese Softimage, ma quello che lo Studio ignorava era l’anima al 100% italiana che stava dietro il suo sviluppo!
Toonz infatti è stato sviluppato da Digital Video, società con sede a Roma e fondata da alcuni sviluppatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Con il passare degli anni però, il nome di Digital Video divenne sempre più famoso ed apprezzato, grazie all’adozione dei suoi prodotti da parte di aziende come Universal e Fox.

Lo Studio Ghibli così decise di instaurare un collegamento diretto con la società, suggellato nel 2007 da un vero e proprio contratto di sviluppo. Questa collaborazione vede tutt’ora le due società mettere in campo e condividere le proprie conoscenze per lo sviluppo del “Toonz Ghibli special version”, un software speciale creato su misura per le esigenze dello Studio giapponese.
A dimostrazione che in Italia non esiste solo la moda e la buona tavola!

“Ronja, la figlia del brigante”, la prima serie tv dello Studio Ghibli

Durante il 2014 uscirà in Giappone la prima serie tv targata Studio Ghibli! “Ronja, la figlia del brigante” sarà diretta da Goro Miyazaki, il regista del controverso “I Racconti di Terramare” e de “La Collina dei Papaveri”.

Tratta da un libro per ragazzi dell’autrice svedese Astrid Lindgren, nota ai più per Pippi Calzelunghe, vedrà la produzione affidata alla Polygon pictures, mentre sarà Hiroyuki Kawasaki ad occuparsi della colonna sonora . La serie sarà trasmessa a fine anno sul canale televisivo giapponese NHK.

“E’ la storia di Ronja, la figlia di un brigante, che vive insieme alla sua famiglia in un vecchio castello immerso in una foresta magica.
La storia narra delle avventure di Ronja alla scoperta della foresta, degli animali fantastici che la abitano e della sua amicizia con altre persone, tra le quali troverà anche il figlio di nemici del padre…”

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E’ un progetto molto particolare, che segna l’entrata dello Studio in un campo artistico profondamente diverso da quello cinematografico.

Eppure, questo annuncio non può che far pensare ad un “ritorno al passato”, quando furono serie tv cult come “Heidi”, “Marco dagli Appennini alle Ande” e “Conan il ragazzo del futuro” a consolidare la fama di Hayao Miyazaki ed Isao Takahata.
L’altro collegamento con il passato è quello tracciato da Astrid Lindgren, e dalla lunga trattativa che Miyasan ebbe con lei per ottenere i diritti di Pippi Calzelunghe. Il piano originale era quello di creare una serie tv dedicata alla famosissima bambina, ma la trattativa fallì, ed i bozzetti preparati vennero riutilizzati per creare “Panda! Go, Panda!”, i due deliziosi mediometraggi con protagonisti due panda ed una bimba!

Quello che però colpisce di più riguardo questo nuovo progetto, è la quantità di novità che contiene al suo interno.
Innanzitutto, come già detto, vede il debutto dello Studio Ghibli nel campo delle serie televisive. Un primo passo in questo senso era già stato fatto con Ocean Waves, film ancora inedito realizzato dai giovani artisti dello Studio per essere distribuito nel mercato televisivo.

Ma l’aspetto più sconvolgente ed eversivo, in un certo senso, di Ronja è l’essere interamente realizzato in computer grafica.
Lo stessa immagine promozionale trasmette una certa tridimensionalità del personaggio, che risalta ancora di più se confrontata con lo sfondo realizzato in pieno stile 2D Ghibli.

L’uso della CGI nei film Ghibli non è qualcosa di mai successo, anzi, fin dai tempi di Mononoke Hime i registi ed animatori dello Studio hanno fatto uso di programmi digitali per facilitare il lavoro dell’animazione. Uso che si è intensificato soprattutto nei film più recenti, per realizzare tutte quelle scene che altrimenti avrebbero richiesto un notevole impegno del team. Come per esempio l’animazione del castello di Howl, delle bandiere, delle prospettive di alcune scene ecc.

Quello che più segna però lo stile della computer grafica Ghibli è l’essere perfettamente integrata con il disegno a mano.
Come affermato dallo Studio stesso:
“L’uso che fa lo Studio Ghibli della CGI (grafica computer) è quello di armonizzarla con il disegno a mano, saremmo felici di trasmettere questa filosofia.”

(In questa immagine Howl e Sophie, disegnati a mano, si muovono sopra uno sfondo creato in computer grafica. La differenza è molto più visibile nella scena animata, ma è un esempio della perfetta fusione tra le due tecniche operata dalla Studio.)

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Questa serie televisiva sembra davvero un progetto interessante, e non vediamo l’ora di saperne di più! Vi lasciamo intanto con la dichiarazione fatta dal regista Goro Miyazaki in un’intervista ad una rivista giapponese!

“Ronja, la figlia del brigante” non è solo la storia di crescita di una bambina che diventa adulta, ma è una storia di amore e crescita tra un genitore e sua figlia, e una storia di amicizia. Il mio obiettivo è quello di creare un lavoro che tutti, bambini ed adulti, siano in grado di apprezzare.”

Toshio Suzuki diventa “General manager” dello Studio Ghibli

E’ notizia di alcuni giorni fa che Toshio Suzuki abbia presentato volontariamente le proprie dimissioni da Produttore dello Studio Ghibli (dopo esserlo stato per ben trent’anni!), per assumere la carica di “General Manager”. Non si tratta quindi di un addio, come si potrebbe pensare, ma rappresenta un passaggio di consegne storico!

Infatti questi sono tempi di grandi cambiamenti all’interno dello Studio, che portano avanti un serrato rinnovamento della componente artistica, iniziato con il graduale passaggio del testimone da Hayao Miyazaki ed Isao Takahata ai giovani autori come Hirosama Yonebayashi e Goro Miyazaki.

 

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Grandi cambiamenti quindi non potevano che toccare anche la dirigenza.
Con questa mossa di fatto, Suzuki permetterà l’ascesa di una nuovo protagonista all’interno dell’organizzazione dello Studio… Stiamo parlando di Yoshiaki Noshimura.

Una “new entry” che in realtà non è totalmente estranea, in quanto aveva già preso parte alla produzione di molti film Ghibli, supervisionando il lato amministrativo de “Il Castello errante di Howl” e di “i Racconti di Terramare”. Il salto di qualità, però, è avvenuto con la produzione dell’ultimo film di Takahata, “La storia della Principessa Kaguya”, del quale è produttore a tutti gli effetti.

D’ora in poi, quindi, sarà Yoshiaki Noshimura il nuovo punto di riferimento per la produzione di film Ghibli! Iniziando dal venturo “Omohide no Marnie / When Marnie was There”, programmato per quest’estate in Giappone.