Manca poco meno di una settimana all’arrivo nelle sale dell’attesissimo capolavoro di Hayao Miyazaki, Principessa Mononoke.
Il film-evento si terrà in corrispondenza della Festa del Cinema, e sarà riproposto in una versione italiana del tutto nuova.
Anche se il film è del 1997 e molti di voi l’avranno già visto, ripercorriamo insieme la storia di Mononoke Hime.
Ecco la sinossi ufficiale:
Giappone, periodo Muromachi. Il Paese è ancora selvaggio, coperto di foreste, ma il progresso tecnologico comincia a turbare l’equilibrio ecologico. L’ordine gerarchico che regna da millenni comincia a crollare.
Nel nord dell’Arcipelago vive una tribù pacifica, quella degli Emishi, il cui futuro capo è il giovane principe Ashitaka. Un cinghiale selvatico posseduto da una divinità malvagia attacca il suo villaggio. Ashitaka lo uccide ma resta ferito ad un braccio e colpito da una maledizione che potrebbe portarlo alla morte. La grande sacerdotessa del villaggio gli consiglia allora di partire verso Ovest dove potrebbe trovare il modo di neutralizzare la maledizione.
Durante il suo viaggio Ashikata incontra Jiko, un avido bonzo. Questi gli rivela l’esistenza di una foresta in cui vive un Dio-Bestia, creatura mitica che regna sul mondo animale e vegetale, dotata di poteri soprannaturali. Ashikata arriva al villaggio dei Tatara, una comunità di fabbri, guidata con pugno di ferro da Madame Eboshi. Trincerata nella sua fortezza, Madame Eboshi accoglie gli ammalati, le donne perdute e i contadini senza terra, per difenderli dai clan vicini. Ma Madame Eboshi è odiata da San, una ragazza selvatica allevata dai lupi, che ritiene i Tatara responsabili della distruzione della foresta per alimentare le loro fucine ed estendere il loro dominio. E’ soprannominata Principessa Mononoke, “la principessa degli spettri”.
Una sera San si introduce nel villaggio per uccidere Madame Eboshi, ma Ashitaka glielo impedisce. Gravemente ferito, lascia i Tatara per riportare la principessa svenuta nel folto della foresta. Lì incontra il Dio-Bestia e un gigantesco combattimento ha inizio tra le forze contrapposte presenti.
Ashitaka riuscirà alla fine a raggiungere il suo scopo: far vivere in pace gli uomini, gli animali e gli dei.
Il film sarà al cinema dall’8 al 15 Maggio all’imbattibile prezzo di 3 euro.
Assicuratevi il posto in sala e prenotate subito il voglio biglietto cliccando sul banner seguente.


 
						

 
						 Per ottenere questo look, Miyazaki ha fatto ricorso sia ai tradizionali frame disegnati a mano per i quali è famoso, sia all’animazione realizzata al computer. Infatti per questo film, per la prima volta, il regista giapponese ha fatto un ampio uso della tecnologia digitale, arricchendo ulteriormente il suo lavoro sul piano visivo. Collaborando strettamente con Yoshinori Sugano, capo del settore della computer grafica alla Ghibli, Miyazaki ha utilizzato i computer per creare sequenze tridimensionali come quelle in cui riccioli a forma di serpente spuntano dal corpo del dio demone, o i maestosi spostamenti del gigantesco dio che viaggia nella notte.
 Per ottenere questo look, Miyazaki ha fatto ricorso sia ai tradizionali frame disegnati a mano per i quali è famoso, sia all’animazione realizzata al computer. Infatti per questo film, per la prima volta, il regista giapponese ha fatto un ampio uso della tecnologia digitale, arricchendo ulteriormente il suo lavoro sul piano visivo. Collaborando strettamente con Yoshinori Sugano, capo del settore della computer grafica alla Ghibli, Miyazaki ha utilizzato i computer per creare sequenze tridimensionali come quelle in cui riccioli a forma di serpente spuntano dal corpo del dio demone, o i maestosi spostamenti del gigantesco dio che viaggia nella notte.
 Inoltre l’inserimento di immagini digitali elaborate al computer non compromette quella capacità tutta di Miyazaki di evocare atmosfere ed emozioni grazie all’uso nei suoi disegni di ombre e sfumature. La sua foresta primordiale non appare solo come l’ennesimo fondale dipinto, ma come una presenza viva, il cui mistero e la cui bellezza tranquilla e profonda suscitano stupore. C’è la sensazione che Miyazaki abbia catturato nella foresta degli dei-animali qualcosa di realmente esistito in un tempo remoto.
 Inoltre l’inserimento di immagini digitali elaborate al computer non compromette quella capacità tutta di Miyazaki di evocare atmosfere ed emozioni grazie all’uso nei suoi disegni di ombre e sfumature. La sua foresta primordiale non appare solo come l’ennesimo fondale dipinto, ma come una presenza viva, il cui mistero e la cui bellezza tranquilla e profonda suscitano stupore. C’è la sensazione che Miyazaki abbia catturato nella foresta degli dei-animali qualcosa di realmente esistito in un tempo remoto. 
						
 Concludiamo l’annuncio dei personaggi principali con la voce di Moro. La difficoltà per l’interprete della Madre Lupo è stata quella di trovare una persona che avesse potuto restituire le particolarità vocali del doppiatore originale (Miwa Akihiro, drag queen). La scelta alla fine è ricaduta su Ludovica Modugno, già la Strega delle Lande ne Il castello errante di Howl.
 Concludiamo l’annuncio dei personaggi principali con la voce di Moro. La difficoltà per l’interprete della Madre Lupo è stata quella di trovare una persona che avesse potuto restituire le particolarità vocali del doppiatore originale (Miwa Akihiro, drag queen). La scelta alla fine è ricaduta su Ludovica Modugno, già la Strega delle Lande ne Il castello errante di Howl. 
						
 La guerra, che nel romanzo è marginale, nel film diventa uno dei passaggi cardine del film. Gli scenari della battaglie prendono intere sequenze, rappresentate con colori scuri, terrosi, sui quali spicca il rosso e giallo vivo del fuoco. Scene d’effetto che colpiscono lo spettatore e trasmettono con ancora più forza il messaggio di non violenza, estremamente caro a Miyazaki.
 La guerra, che nel romanzo è marginale, nel film diventa uno dei passaggi cardine del film. Gli scenari della battaglie prendono intere sequenze, rappresentate con colori scuri, terrosi, sui quali spicca il rosso e giallo vivo del fuoco. Scene d’effetto che colpiscono lo spettatore e trasmettono con ancora più forza il messaggio di non violenza, estremamente caro a Miyazaki. La strega delle Lande, che da giovane e bella è resa come vecchia e tarchiata. Inoltre, nel film il personaggio si trasforma completamente a metà film, e diventa una cara nonnina che s’istalla a casa di Howl. Anche Calcifer ha subito un profondo cambiamento. Nel libro sono semplici fiammelle che parlano, mentre Miyazaki ritaglia intorno a questo nucleo iniziale un personaggio a tutto tondo.
 La strega delle Lande, che da giovane e bella è resa come vecchia e tarchiata. Inoltre, nel film il personaggio si trasforma completamente a metà film, e diventa una cara nonnina che s’istalla a casa di Howl. Anche Calcifer ha subito un profondo cambiamento. Nel libro sono semplici fiammelle che parlano, mentre Miyazaki ritaglia intorno a questo nucleo iniziale un personaggio a tutto tondo. 
						 Il lungometraggio è ambientato nel periodo Muromachi, un’epoca della storia del Giappone che va dal 1336 al 1573. In questo periodo era al potere la dinastia di shōgun del Clan Ashikaga, la quale governò il Giappone da quando Ashikaga Takauji ricevette il titolo di shōgun dall’imperatore Kōmyō. Il termine che designa il periodo, cioè “Muromachi”, deriva dal quartiere di Kyoto in cui il terzo shōgun, Yoshimitsu (1358 – 1408) ha edificato lo Hana no Gosho (“palazzo dei fiori”), la sede ufficiale dello shogunato.
 Il lungometraggio è ambientato nel periodo Muromachi, un’epoca della storia del Giappone che va dal 1336 al 1573. In questo periodo era al potere la dinastia di shōgun del Clan Ashikaga, la quale governò il Giappone da quando Ashikaga Takauji ricevette il titolo di shōgun dall’imperatore Kōmyō. Il termine che designa il periodo, cioè “Muromachi”, deriva dal quartiere di Kyoto in cui il terzo shōgun, Yoshimitsu (1358 – 1408) ha edificato lo Hana no Gosho (“palazzo dei fiori”), la sede ufficiale dello shogunato.
 
						 C’è da dire innanzitutto che oramai tutti gli studi d’animazione, anche quelli che usano tecniche tradizionali, si sono de facto digitalizzati. Gli sfondi, le scene e i personaggi vengono sì disegnati a mano, ma tramite tavoletta grafica. Può capitare anche che lo studio preferisca disegnare a mano su carta e poi scannerizzare il risultato, ma in ogni caso tutta la fase di colorazione, animazione, montaggio ed effetti speciali viene gestita da un software. L’unione di tecniche tradizionali con i potenti programmi di animazione ha portato alla nascita del termine “tradigital”.
 C’è da dire innanzitutto che oramai tutti gli studi d’animazione, anche quelli che usano tecniche tradizionali, si sono de facto digitalizzati. Gli sfondi, le scene e i personaggi vengono sì disegnati a mano, ma tramite tavoletta grafica. Può capitare anche che lo studio preferisca disegnare a mano su carta e poi scannerizzare il risultato, ma in ogni caso tutta la fase di colorazione, animazione, montaggio ed effetti speciali viene gestita da un software. L’unione di tecniche tradizionali con i potenti programmi di animazione ha portato alla nascita del termine “tradigital”.
