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La colonna sonora di Principessa Mononoke

In questi giorni, precisamente dall’8 al 15 maggio, è in programmazione nei cinema italiani Principessa Mononoke, il film diretto da Hayao Miyazaki e uscito in Giappone nel 1997. Come per altre opere dello Studio Ghibli (tra cui “Si alza il vento”) anche in questo caso la colonna sonora è stata affidata a Joe Hisaishi, compositore e pianista giapponese. Quasi tutti i brani inseriti nel lungometraggio sono in versione strumentale, fanno eccezione solo “Tatara Fumu Onnatachi” e “Mononoke Hime”.

Il primo brano intitolato “Tatara Fumu Onnatachi” (cioè le donne che spingono il mantice) è il ritornello intonato dalle donne del villaggio di Tataraba durante il lavoro con il mantice appunto, apparecchio utilizzato dai popoli antichi nella metallurgia per raggiungere elevate temperature all’interno della fucina.

 

Uno, due, anche i bambini sanno spingere
Tre, quattro, anche un orco urlerebbe
L’amore dorato delle donne del mantice
Fonde e scorre, e si trasforma in una lama

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“Mononoke Hime” (la principessa spettro), invece, è la canzone che viene suonata in sottofondo quando Ashitaka, ferito, si risveglia con San accanto e guarda il suo volto pensieroso. Subito dopo, uscito dalla grotta, avrà un colloquio con Moro della tribù dei Mononoke, che ha allevato la ragazza lupo.

La tremula corda d’un arco teso…
Fremente alla luce della Luna…
…il tuo animo.
Lo splendore d’una lama affilata…
Assai simile alla sua punta…
…il profilo tuo.
Nella tristezza e nella rabbia…
è celato un animo sincero…
a conoscerlo sono gli spiriti del bosco…
soltanto gli spettri…
…soltanto gli spettri

La delicatezza di questo brano esprime a pieno i sentimenti d’amore provati dall’animo del giovane Ashitaka, ma è poco noto che inizialmente fu realizzata la sola versione strumentale. Il regista Hayao Miyazaki, infatti, non aveva previsto per Principessa Mononoke una versione cantata del brano di Joe Hisaishi, ma un giorno durante un viaggio in macchina aveva ascoltato alla radio la voce di un controtenore e ne era rimasto profondamente colpito. La voce in questione era di Yoshikazu Mera, cantante giapponese che grazie al registro e al timbro tipicamente femminile è riuscito a dare al testo scritto da Hayao Miyazaki un’interpretazione fortemente espressiva.

Chi conosce bene l’inglese e vuole approfondire la storia di questa canzone può vedere questo video backstage della versione cantata del main theme.

Ecco, invece, il concerto dal vivo (strumentale) sempre del main theme.

I brani cantati sono stati riproposti in versione originale nel film e grazie alla proiezione in digitale è stato possibile anche sottotitolarli in italiano.

Principessa Mononoke vi aspetta nelle sale fino al 15 Maggio a soli 3 euro.

Conosciamo meglio i personaggi di Principessa Mononoke

E’ arrivato ieri nelle sale italiane Principessa Mononoke, il capolavoro del 1997 del maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki.

Principessa Mononoke racconta la storia di Ashitaka, un guerriero Emishi, e della maledizione caduta su di lui dopo che ha salvato il suo villaggio dalla furia di Nume cinghiale, impazzito dall’ira. Destinato a morte certa, il giovane abbandona il villaggio per evitare che il maleficio ricada su tutti gli abitanti. Durante il suo viaggio per liberarsi dalla maledizione, si ritroverà immischiato in una guerra tra umani e divinità. È qui che incontrerà le due acerrime nemiche Eboshi, la padrona della città del ferro, e San, la principessa spettro. L’umana che cerca di distruggere il bosco delle divinità e la ragazza lupo che cerca di contrastarla.

Conosciamo meglio i personaggi, per metà immaginari e per metà leggendari, che popolano la storia del maestro Miyazaki.

 

ASHITAKA
Il giovane principe di sangue reale è il futuro capo del clan Emishi, un popolo semi-annientato dal regime Yamato (il governo dell’Imperatore) i cui superstiti sono stati costretti a rifugiarsi nel Nord dell’Arcipelago. Ashikata ha il cuore puro. E’ un leader nato, abile nei combattimenti, sempre accompagnato dal suo Yakkuru, mezzo stambecco, mezzo yak. Si dirige a Ovest alla ricerca del Dio-Bestia affinché questi gli guarisca la ferita che gli ha inferto un dio malvagio. Come molti degli eroi di Miyazaki, Ashikata rappresenta la purezza e la giovinezza. E’ ossessionato da un’unica cosa: far regnare la pace tra gli uomini, gli animali e gli dei della natura.

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Ashikata il nobile, Ashikata il prode,
che non volta mai le spalle al suo destino.
Ashikata che ama il popolo, Ahikata che ama la foresta,
Ashikata la cui visione è chiara e pura.
Senza sosta gli abitanti del villaggio
narrano questa storia ai loro bambini
Senza sosta dicono ai loro bambini
dovete vivere come ha vissuto Ashikata.

SAN, LA PRINCIPESSA MONONOKE
Abbandonata nella foresta e allevata dai lupi delle montagne, considera la dea Moro come una madre. Cova dentro di sé un odio profondo contro la specie umana, e in particolare contro Madame Eboshi perché la ritiene responsabile della distruzione degli animali e della foresta. Con il viso coperto da una maschera rituale, si fa chiamare “Principessa degli spettri” (in giapponese “Mononoke” indica tutto quello che ha a che vedere con gli spiriti e i demoni). San è senza paura, pronta a sacrificare anche se stessa.

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Il fremito della corda tesa dell’arco,
il tuo cuore in preda al turbamento al chiaro di luna,
il tuo bel viso che si profila nella luce,
spietato
come la lama di una spada.
Coloro che conoscono il tuo cuore
celato dal dolore e dalla collera
sono gli spiriti,
gli spiriti della foresta.

MADAME EBOSHI
Rispettata da tutti, è l’anima del clan dei Tatara, un popolo di fabbri esistito davvero. Vive trincerata sulle colline, in una fortezza impenetrabile che dirige con pugno di ferro. Generosa, ha aperto le sue porte alle vecchie prostitute e ai lebbrosi. Per fabbricare dei moschetti leggeri e ultra-moderni non esita ad abbattere gli alberi e ad attaccare le forze nere della foresta. Combatte come un uomo e tiene testa ai clan che vorrebbero offrirle la loro protezione in cambio del ferro che lei produce.

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Il tuo cuore d’acciaio è spietato,
la tua volontà di ferro.
Sei tanto buona con i deboli
quanto feroce con i nemici.
Il tuo collo è bianco,
le tue braccia fragili,
ma la tua forza non ha limiti.
Hai scelto da che parte stare, senza dubbi o esitazioni.
Ti sei guadagnata l’ammirazione di coloro che credono in te.
Guardi lontano.
E’ il futuro quello che vedi?
O è il riflesso di un passato con i colori dell’inferno
che si riflette nel tuo sguardo?

IL DIO BESTIA
E’ l’anima della foresta. Appare sotto forme diverse, diurne o notturne. Di notte si trasforma in un gigante alto diverse decine di metri, che i contadini chiamano “il creatore di montagne”. Con il suo solo sguardo può impadronirsi della vita di chiunque. Solo lui può guarire la ferita mortale di Ashikata.

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Strano animale
il corpo di un cervo, il viso di un uomo
le corna come i rami contorti di un albero.
Dio terribile e magnifico
che muore con la luna calante
e rinasce con la luna nuova.
Un dio che ricorda quando è nata la foresta,
un dio dal cuore di bambino,
un dio della vita e della morte.

JIKO
Bonzo dall’aspetto di un traditore, membro di una misteriosa organizzazione, l’”unione dei maestri”. Indica la strada nella foresta ad Ashikata e manipola Madame Eboshi al solo scopo di impadronirsi della testa del Dio-Bestia che si dice doni l’immortalità.

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MORO
Nemica di Madame Eboshi, protettrice del Dio-Bestia, questa Dea-lupa ha 300 anni e ha allevato San. Capisce il linguaggio degli esseri umani, che detesta perché distruttori della natura.

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I KODAMA
Sono gli “spiriti degli alberi”, pacifici e luminosi. Possono aiutare gli esseri umani a ritrovare la strada nel sottobosco. Di loro vi è traccia in molte leggende giapponesi medioevali.

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Principessa Mononoke sarà al cinema fino al 15 maggio a soli 3 euro. Prenotate subito il vostro posto in sala cliccando sul banner seguente.

La vera foresta della Principessa Mononoke

Immaginate di entrare in questo bosco lussureggiante, con magnifici cedri e rocce coperte da muschio. Vi sembrerà poi di avere un déjà vu, perché questo posto lo avete già visto da qualche parte, in qualche film…. E infatti è proprio così.

L’isola giapponese di Yakushima, patrimonio dell’umanità, è famosa in tutto il Giappone per la sua bellezza unica, la fauna selvatica e gli alberi, alcuni anche millenari. Ma non solo, oltre ad essere visitata da escursionisti e turisti, è anche meta di viaggio per i fan di un certo anime..
Stiamo parlando dei fan di Principessa Mononoke, l’acclamato lungometraggio dello Studio Ghibli, diretto da Hayao Miyazaki nel 1997, che sarà al cinema in Italia dall’8 al 15 Maggio!

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Yakushima è stata l’ispirazione per le ambientazioni del film, con il famoso animatore Hayao Miyazaki che amava profondamente la natura selvaggia dell’isola. Questo fatto è stato così importante da far nascere un’area specifica della foresta chiamata “Mononoke Hime no Mori” (La foresta della Principessa Mononoke). Un luogo che continente paesaggi e radure molto simili a quelle nel film, dove alcune persone hanno persino lasciato delle statuette dei Kodama, gli spiriti che appaiono in Principessa Mononoke, per creare un’atmosfera ancora più suggestiva.

Se avete intenzione di visitare Yakushima, il sito The Circumference consiglia di andarci nel tardo autunno. È inoltre possibile raggiungere l’isola in aereo o in traghetto da Kagoshima City, ma in ogni stagione conviene indossare abiti impermeabili, senza dimenticare le statuette dei Kodama!

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Principessa Mononoke, tra realismo e fantasia

Principessa Mononoke, film epico con storie di cavalieri e forze naturali, conquistò gli spettatori giapponesi nell’estate del 1997. Solo qualche settimana dopo la sua uscita, questa storia animata incentrata sull’antica battaglia per la futura sopravvivenza della natura aveva superato il film record di incassi nelle sale fino a quel momento: E.T. – l’extraterreste. Finì poi col far registrare un totale di incassi superiore ai 150 milioni di dollari, in un Paese con la metà della popolazione degli Stati Uniti e meno di un decimo del numero dei suoi schermi. Nel 1998 il film ottenne anche il premio come miglior film all’equivalente giapponese della cerimonia degli Oscar.

Diretto da Hayao Miyazaki, Principessa Mononoke tratta problemi decisamente universali e gravi, come il tentativo di uomini e donne di vivere in armonia tra loro e con lo spirito della natura. Con la bellezza mozzafiato degli acquarelli di Miyazaki, personaggi profondamente commoventi e descrizioni del mondo naturale altamente evocative, storia prende vita superando i tradizionali limiti sia dell’animazione che del cinema in live-action.

Nel il film ci sono tutti i temi cari a Miyazaki: abitanti di antiche località che cercano di mantenere il loro stile di vita; esseri umani che cercano di sopravvivere in luoghi selvaggi; il conflitto tra ambiente e progresso; la bellezza e la maestosità del mondo animale; la possibilità per bene e male di convivere nella stessa persona; e, soprattutto, la potenza esercitata dai miti sulla nostra immaginazione e sulla nostra mente.

Miyazaki riesce a combinare il duro realismo e le sequenze d’azione dell’epica samurai; un insieme di personaggi maschili e femminili ugualmente forti, impegnati a combattere per ciò in cui credono; e un viaggio mistico attraverso la mitologia animista, ottenendo alla fine qualcosa che raramente si è visto al cinema: un mondo originale interamente ricreato per una storia complessa e adulta realizzata in animazione. Miyazaki ha indicato come possibile pubblico per Principessa Mononoke “chiunque abbia finito le scuole elementari”. E ha dato vita al suo mondo con crudo realismo, rivelando con dettagli espliciti la brutalità della guerra e l’odio profondo tra gli esseri umani.

Miyazaki ha creato una piccola cittadina di frontiera, Tatara Ba o la Città del Ferro, che potrebbe trovarsi ai confini di qualsiasi territorio selvaggio, americano o giapponese, una cittadina che somiglia a quelle viste tante volte in western come Sfida infernale. Ha popolato il suo villaggio con personaggi appartenenti a gruppi sociali marginali o a quelle minoranze oppresse che quasi mai appaiono nei film giapponesi. E li ha raffigurati come avidi, ambiziosi e spietati, con molte di quelle qualità tanto preziose per la vita di frontiera, ma anche tanto disastrose per l’ambiente.

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Traendo ispirazione dal folklore giapponese, oltre che dalla propria fertile immaginazione, Miyazaki ha quindi dato vita ad un pantheon di divinità e di creature della foresta. Alcune delle sue creazioni, come gli spiriti del bosco (i Kodama) affondano le proprie radici in antichi racconti giapponesi. Altre traggono ispirazione da classici della letteratura mondiale, come la principessa Mononoke, una ragazza allevata dai lupi che vive in modo primitivo, i cui antecedenti possono essere identificati in fonti occidentali, quali Romolo e Remo, “Il libro della giungla” di Rudyard Kipling o Il ragazzo selvaggio di François Truffaut. Mononoke è un personaggio originale, che prova empatia sia per gli esseri umani che per gli animali, e il suo destino è quello di fare da tramite tra questi due mondi sempre più distanti tra loro.

Nei film raramente la natura può dire la sua sulla storia che viene raccontata, ma in Principessa Mononoke Miyazaki accorda agli animali e allo spirito della foresta una voce appassionata. Nel film di Miyazaki la natura non è quindi solo un oggetto, ma un mondo scintillante e vivo che assume la forma di enormi animali dotati di eloquio.

Lo scopo di Miyazaki non è mai stato quello di portare sullo schermo una ricostruzione accurata del Giappone medioevale, ma piuttosto di rappresentare l’origine dell’apparentemente insolubile conflitto tra la natura e la moderna civiltà industriale, un conflitto che perdura fino ai nostri giorni. Facendo ciò, Miyazaki evita di mettere in scena personaggi solo malvagi ed eroi senza macchia. Gli uomini che distruggono l’ambiente non sono poi così cattivi, visto che cercano semplicemente di farcela in un mondo che li ha spinti al limite della sopravvivenza. D’altra parte San e gli dei della foresta non hanno solo nobili intenti; la lunga e perdente battaglia contro gli umani ha indurito i loro cuori, escerbato la loro rabbia e li ha profondamente divisi tra loro. Eppure, nell’interazione tra i due gruppi – per quanto difficile da raggiungere – si realizza qualcosa di magico.

Principessa Mononoke sarà nelle sale dall’8 al 15 maggio a soli 3 euro, durante la Festa del Cinema. Cliccate sul banner sotto e prenotate subito il vostro biglietto.

Principessa Mononoke, la sinossi ufficiale

Manca poco meno di una settimana all’arrivo nelle sale dell’attesissimo capolavoro di Hayao Miyazaki, Principessa Mononoke.
Il film-evento si terrà in corrispondenza della Festa del Cinema, e sarà riproposto in una versione italiana del tutto nuova.
Anche se il film è del 1997 e molti di voi l’avranno già visto, ripercorriamo insieme la storia di Mononoke Hime.
Ecco la sinossi ufficiale:

Giappone, periodo Muromachi. Il Paese è ancora selvaggio, coperto di foreste, ma il progresso tecnologico comincia a turbare l’equilibrio ecologico. L’ordine gerarchico che regna da millenni comincia a crollare.

Nel nord dell’Arcipelago vive una tribù pacifica, quella degli Emishi, il cui futuro capo è il giovane principe Ashitaka. Un cinghiale selvatico posseduto da una divinità malvagia attacca il suo villaggio. Ashitaka lo uccide ma resta ferito ad un braccio e colpito da una maledizione che potrebbe portarlo alla morte. La grande sacerdotessa del villaggio gli consiglia allora di partire verso Ovest dove potrebbe trovare il modo di neutralizzare la maledizione.

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Durante il suo viaggio Ashikata incontra Jiko, un avido bonzo. Questi gli rivela l’esistenza di una foresta in cui vive un Dio-Bestia, creatura mitica che regna sul mondo animale e vegetale, dotata di poteri soprannaturali. Ashikata arriva al villaggio dei Tatara, una comunità di fabbri, guidata con pugno di ferro da Madame Eboshi. Trincerata nella sua fortezza, Madame Eboshi accoglie gli ammalati, le donne perdute e i contadini senza terra, per difenderli dai clan vicini. Ma Madame Eboshi è odiata da San, una ragazza selvatica allevata dai lupi, che ritiene i Tatara responsabili della distruzione della foresta per alimentare le loro fucine ed estendere il loro dominio. E’ soprannominata Principessa Mononoke, “la principessa degli spettri”.

Una sera San si introduce nel villaggio per uccidere Madame Eboshi, ma Ashitaka glielo impedisce. Gravemente ferito, lascia i Tatara per riportare la principessa svenuta nel folto della foresta. Lì incontra il Dio-Bestia e un gigantesco combattimento ha inizio tra le forze contrapposte presenti.
Ashitaka riuscirà alla fine a raggiungere il suo scopo: far vivere in pace gli uomini, gli animali e gli dei.

Il film sarà al cinema dall’8 al 15 Maggio all’imbattibile prezzo di 3 euro.
Assicuratevi il posto in sala e prenotate subito il voglio biglietto cliccando sul banner seguente.

Il segreti dietro la realizzazione di Principessa Mononoke

Principessa Mononoke si distingue non solo per la sua storia complessa, che può essere letta a diversi livelli, ma anche per il suo straordinario realismo ottenuto grazie ad una fluidità del movimento dei personaggi e ad un dinamismo delle scene di azione che gli consentono di superare i consueti limiti dell’animazione e del cinema in live-action. Rifuggendo dal tradizionale stile tondeggiante e grazioso della maggior parte dei cartoni animati, Hayao Miyazaki dà vita ad un ambiente naturale fantasioso in cui gli animali, le montagne, i laghi e le praterie rispondono a criteri estetici estremamente realistici dai tratti talvolta esasperati.

Per ottenere questo look, Miyazaki ha fatto ricorso sia ai tradizionali frame disegnati a mano per i quali è famoso, sia all’animazione realizzata al computer. Infatti per questo film, per la prima volta, il regista giapponese ha fatto un ampio uso della tecnologia digitale, arricchendo ulteriormente il suo lavoro sul piano visivo. Collaborando strettamente con Yoshinori Sugano, capo del settore della computer grafica alla Ghibli, Miyazaki ha utilizzato i computer per creare sequenze tridimensionali come quelle in cui riccioli a forma di serpente spuntano dal corpo del dio demone, o i maestosi spostamenti del gigantesco dio che viaggia nella notte.

Miyazaki ha fatto in modo che queste sequenze high-tech si integrassero perfettamente con quelle disegnate a mano per dare ai suoi personaggi una consistenza quasi umana. Questo ha richiesto l’uso di un nuovo software in grado di emulare le pennellate, le sottili linee di contorno e tutte le altre caratteristiche dell’animazione realizzata con i disegni tradizionali. Spiega Sugano: “Fondamentalmente volevamo sfruttare le potenzialità della computer grafica mantenendo però nelle immagini l’effetto visivo del disegno fatto a mano. In questo modo la gamma delle cose che siamo riusciti a realizzare è diventata molto più ampia”.

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Ci sono voluti più di tre anni per realizzare Principessa Mononoke, con circa 144.000 disegni fatti a mano e immagini generate al computer che hanno dato vita ad un nuovo standard nello stile narrativo e visivo dell’”anime”, la popolarissima industria dell’animazione giapponese che crea prodotti per la televisione e per il cinema. Circa un 10% di Principessa Mononoke è stato prodotto al computer.

I precedenti film di Miyazaki erano stati realizzati tutti interamente a mano, con ciascun fotogramma disegnato e colorato a mano dagli artisti dello studio. Questa volta però Miyazaki ha deciso di avvalersi della tecnologia informatica più avanzata. Ha così ottenuto una maggiore fluidità dei movimenti e un maggior realismo rispetto ai tradizionali anime. Le riprese dei salti mozzafiato, dei combattimenti con le spade e delle poderose galoppate sono estremamente dinamiche, con una qualità che solo l’animazione disegnata a mano riesce a raggiungere; mentre le immagini generate al computer trasmettono quell’immediatezza e quel senso di presenza fisica che di norma proviamo guardando un film in live-action.

Inoltre l’inserimento di immagini digitali elaborate al computer non compromette quella capacità tutta di Miyazaki di evocare atmosfere ed emozioni grazie all’uso nei suoi disegni di ombre e sfumature. La sua foresta primordiale non appare solo come l’ennesimo fondale dipinto, ma come una presenza viva, il cui mistero e la cui bellezza tranquilla e profonda suscitano stupore. C’è la sensazione che Miyazaki abbia catturato nella foresta degli dei-animali qualcosa di realmente esistito in un tempo remoto.

La straordinaria attenzione prestata ai dettagli, l’accuratezza con la quale sono state rese la ruvidezza e la consistenza di ogni tronco d’albero, permette alle immagini di Miyazaki di superare i consueti limiti dell’animazione. Ci pare quasi di poter toccare l’umidità notturna sulle staccionate di legno, sentire il calore della fornace e avvertire nelle narici il fumo che sale dal mulino…

Principessa Mononoke arriverà in Italia dall’8 al 15 maggio, in un imperdibile evento all’interno della Festa del Cinema.

Cliccate sul banner seguente e prenotate subito il vostro biglietto, a soli 3 euro.