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“Ronja, la figlia del brigante”, la prima serie tv dello Studio Ghibli

Durante il 2014 uscirà in Giappone la prima serie tv targata Studio Ghibli! “Ronja, la figlia del brigante” sarà diretta da Goro Miyazaki, il regista del controverso “I Racconti di Terramare” e de “La Collina dei Papaveri”.

Tratta da un libro per ragazzi dell’autrice svedese Astrid Lindgren, nota ai più per Pippi Calzelunghe, vedrà la produzione affidata alla Polygon pictures, mentre sarà Hiroyuki Kawasaki ad occuparsi della colonna sonora . La serie sarà trasmessa a fine anno sul canale televisivo giapponese NHK.

“E’ la storia di Ronja, la figlia di un brigante, che vive insieme alla sua famiglia in un vecchio castello immerso in una foresta magica.
La storia narra delle avventure di Ronja alla scoperta della foresta, degli animali fantastici che la abitano e della sua amicizia con altre persone, tra le quali troverà anche il figlio di nemici del padre…”

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E’ un progetto molto particolare, che segna l’entrata dello Studio in un campo artistico profondamente diverso da quello cinematografico.

Eppure, questo annuncio non può che far pensare ad un “ritorno al passato”, quando furono serie tv cult come “Heidi”, “Marco dagli Appennini alle Ande” e “Conan il ragazzo del futuro” a consolidare la fama di Hayao Miyazaki ed Isao Takahata.
L’altro collegamento con il passato è quello tracciato da Astrid Lindgren, e dalla lunga trattativa che Miyasan ebbe con lei per ottenere i diritti di Pippi Calzelunghe. Il piano originale era quello di creare una serie tv dedicata alla famosissima bambina, ma la trattativa fallì, ed i bozzetti preparati vennero riutilizzati per creare “Panda! Go, Panda!”, i due deliziosi mediometraggi con protagonisti due panda ed una bimba!

Quello che però colpisce di più riguardo questo nuovo progetto, è la quantità di novità che contiene al suo interno.
Innanzitutto, come già detto, vede il debutto dello Studio Ghibli nel campo delle serie televisive. Un primo passo in questo senso era già stato fatto con Ocean Waves, film ancora inedito realizzato dai giovani artisti dello Studio per essere distribuito nel mercato televisivo.

Ma l’aspetto più sconvolgente ed eversivo, in un certo senso, di Ronja è l’essere interamente realizzato in computer grafica.
Lo stessa immagine promozionale trasmette una certa tridimensionalità del personaggio, che risalta ancora di più se confrontata con lo sfondo realizzato in pieno stile 2D Ghibli.

L’uso della CGI nei film Ghibli non è qualcosa di mai successo, anzi, fin dai tempi di Mononoke Hime i registi ed animatori dello Studio hanno fatto uso di programmi digitali per facilitare il lavoro dell’animazione. Uso che si è intensificato soprattutto nei film più recenti, per realizzare tutte quelle scene che altrimenti avrebbero richiesto un notevole impegno del team. Come per esempio l’animazione del castello di Howl, delle bandiere, delle prospettive di alcune scene ecc.

Quello che più segna però lo stile della computer grafica Ghibli è l’essere perfettamente integrata con il disegno a mano.
Come affermato dallo Studio stesso:
“L’uso che fa lo Studio Ghibli della CGI (grafica computer) è quello di armonizzarla con il disegno a mano, saremmo felici di trasmettere questa filosofia.”

(In questa immagine Howl e Sophie, disegnati a mano, si muovono sopra uno sfondo creato in computer grafica. La differenza è molto più visibile nella scena animata, ma è un esempio della perfetta fusione tra le due tecniche operata dalla Studio.)

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Questa serie televisiva sembra davvero un progetto interessante, e non vediamo l’ora di saperne di più! Vi lasciamo intanto con la dichiarazione fatta dal regista Goro Miyazaki in un’intervista ad una rivista giapponese!

“Ronja, la figlia del brigante” non è solo la storia di crescita di una bambina che diventa adulta, ma è una storia di amore e crescita tra un genitore e sua figlia, e una storia di amicizia. Il mio obiettivo è quello di creare un lavoro che tutti, bambini ed adulti, siano in grado di apprezzare.”

Toshio Suzuki diventa “General manager” dello Studio Ghibli

E’ notizia di alcuni giorni fa che Toshio Suzuki abbia presentato volontariamente le proprie dimissioni da Produttore dello Studio Ghibli (dopo esserlo stato per ben trent’anni!), per assumere la carica di “General Manager”. Non si tratta quindi di un addio, come si potrebbe pensare, ma rappresenta un passaggio di consegne storico!

Infatti questi sono tempi di grandi cambiamenti all’interno dello Studio, che portano avanti un serrato rinnovamento della componente artistica, iniziato con il graduale passaggio del testimone da Hayao Miyazaki ed Isao Takahata ai giovani autori come Hirosama Yonebayashi e Goro Miyazaki.

 

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Grandi cambiamenti quindi non potevano che toccare anche la dirigenza.
Con questa mossa di fatto, Suzuki permetterà l’ascesa di una nuovo protagonista all’interno dell’organizzazione dello Studio… Stiamo parlando di Yoshiaki Noshimura.

Una “new entry” che in realtà non è totalmente estranea, in quanto aveva già preso parte alla produzione di molti film Ghibli, supervisionando il lato amministrativo de “Il Castello errante di Howl” e di “i Racconti di Terramare”. Il salto di qualità, però, è avvenuto con la produzione dell’ultimo film di Takahata, “La storia della Principessa Kaguya”, del quale è produttore a tutti gli effetti.

D’ora in poi, quindi, sarà Yoshiaki Noshimura il nuovo punto di riferimento per la produzione di film Ghibli! Iniziando dal venturo “Omohide no Marnie / When Marnie was There”, programmato per quest’estate in Giappone.

 

Porco Rosso, dal 26 febbraio in Blu-Ray

“Marco Pagot è un asso dell’aviazione militare italiana che, in seguito ad un misterioso incidente durante la Prima Guerra Mondiale, assume per magia l’aspetto di un maiale antropomorfo. Con il nome di battaglia di Porco Rosso, a bordo del suo idrovolante vermiglio, decide di ritirarsi dal mondo militare e di guadagnarsi da vivere facendo il cacciatore di taglie. Ma l’arrivo del pilota americano Curtis, assoldato dai Pirati del Cielo, lo costringerà a nuove battaglie sui cieli dell’Adriatico, continuando a combattere contro il fascismo per la salvaguardia dell’umanità e per la riconquista di un perduto amore.”

Porco Rosso, il celebre film ambientato nell’Italia all’epoca degli idrovolanti, è finalmente arrivato in Italia in formato blu ray disc!

La nuova edizione, visibile solo tramite lettori blu ray collegati a televisori in alta definizione, porta l’esperienza del film su nuovi livelli.
Il supporto utilizzato è un Blu Ray 50 gb, il massimo disponibile, che permette di godere lo splendido lungometraggio ambientato in Italia in alta definizione, insieme all’audio HD sia per l’Italiano che il Giapponese.
Nello stesso disco sono inoltre presenti lo storyboard e i trailer, come nella precedente edizione DVD, ma anche un nuovo contenuto speciale…
Stiamo parlando di una breve intervista a Toshio Suzuki, il produttore dello Studio Ghibli (da poco diventato “general manager”).

In questo breve video, Suzuki risponde ad alcune domande sulla fase di produzione del film.

Quello che risalta dalle risposte del produttore è l’attenzione che Miyazaki ha per i dettagli, per le minuzie non solo grafiche, ma anche “narrative”.

Un esempio è l’attenzione nel rendere i personaggi non come super eroi, ma come persone apparentemente normali che però riescono a fare cose straordinarie.

Viene accennata anche la particolarità di Porco Rosso.

Quello che colpisce dopo la visione del film, infatti, è di trovarsi davanti ad una produzione che si discosta dal canone “classico” del film Ghibli.

Suzuki sottolinea come questo film non sia stato pensato per un pubblico principalmente di bambini e genitori, ma è stato scelto un target più maturo.

Questo perché Miyazaki ha creato Marco Pagot “ricalcandolo su se stesso”, fatto molto particolare ed anomalo, che emerge nel tono del film ed attraverso i comportamenti del protagonista.

L’amore del protagonista per il suo aeroplano, il voler stare lontano dalla guerra e dal regime, o ancora l’attenzione che ha Porco di non colpire per uccidere, ma solo per mandare in avaria il motore. Tutti comportamenti in sintonia con la mentalità del regista.

Poco viene detto sull’effettiva nascita del progetto. Vediamo di ripercorrerla insieme!

La nascita del film è stata abbastanza “alternativa”, per quanto molto nello stile di Miyazaki.
Tutto è nato dalla richiesta, fatta da una compagnia aerea giapponese a Miyazaki, di alcuni corti da proiettare mentre si era in volo. L’evolversi del progetto porta ad avere per protagonista un pilota di aerei che inspiegabilmente ha le fattezze di un maiale. È il precedessore di Porco Rosso!

Successivamente infatti, Miyazaki si affeziona al personaggio e lo rende protagonista di un breve manga (fumetto) di 15 pagine, “The Age of Flying boat” (L’epoca degli idrovolanti), chiamandolo per la prima volta Porco Rosso, con una trama quasi identica a quella del film.

 

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Questo fumetto oltretutto nasceva all’interno di un più ampio progetto, che comprendeva varie storie non sempre collegate tra di loro, per dare spazio alla passione assoluta di Miyasan: gli aeroplani.
Il tono del manga però era molto più “basso”, ovvero aveva un taglio molto più comico ed essenziale. Il film quindi nasce da una base umoristica, ma viene operato un innalzamento del tono complessivo, con la creazione anche di personaggi come Gina.
Eppure, questa vena umoristica non sparisce, anzi, viene abilmente camuffata nei continui giochi di parole fatti con le sembianze suine di Marco. Epica la frase di Gina, che al telefono con Marco esclama “Porco, se continuerai così finirai come un maiale arrosto…”
Delineate quindi le basi del progetto, Miyazaki inizia a lavorare alla sua produzione effettiva… da solo!

In quegli anni infatti lo Studio era in un periodo di profonda riorganizzazione. Reduce del primo successo al botteghino con Kiki – Consegne a Domicilio, l’incasso era stato subito investito per la creazione di un nuovo film, Omohide Poro Poro (Only Yesterday). Tutta la forza lavoro era quindi stata dirottata verso le ultime fasi di realizzazione del film di Takahata, dal momento che la produzione era anche in ritardo sulla tabella di marcia.

Come se non bastasse, è stato questo il questo momento in cui Miyazaki si batté a lungo con Suzuki per attuare due sue idee, che considerava imprescindibili per il salto qualitativo dello Studio.

Per prima costa riteneva necessaria una nuova sede. Uno Studio che si rispetti, sosteneva, non può lavorare in uno stabile in affitto, ne va dell’immagine che percepiscono gli artisti nuovi ed affermati che vi collaborano.

L’altra battaglia riguardava i dipendenti. È prassi negli studi di animazione di avere uno staff fisso minimo di artisti, ed in caso di progetti complesso vengono assunti altri animatori o tecnici esterni con contratti “a progetto”, da licenziare una volta concluso il lungometraggio.

Miyazaki però desiderava da un lato la possibilità, per il proprio Studio, di poter produrre film in totale autonomia; dall’altra pensava che in questa maniera le potenzialità dei singoli sarebbero state sottoutilizzate. Uno staff così variabile oltretutto, non permetteva alla società di poter creare una propria identità forte come invece cercava Miyazaki.
Inutile dire che, oltre ad aver vinto entrambe le battaglie, entrambe si sono rivelate scelte vincenti che hanno portato lo Studio ad essere quello che è oggi.

E’ da questo periodo turbolento che venne fuori Porco Rosso, con Miyazaki intento a seguire la nascita del film, ma anche la progettazione e realizzazione della nuova sede a Koganei.

Uscito nell’estate del 1992, il film ebbe un grandissimo successo in Giappone, e superò al box office giapponese tutti i film usciti in quell’anno, tra cui La Bella e la Bestia della Walt Disney!

Il tributo a Hayao Miyazaki nell’episodio dei Simpson.

Lo scorso Gennaio è andato in onda negli Stati Uniti un episodio davvero speciale dei Simpson, un vero e proprio tributo al grande maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki, Leone d’Oro alla Carriera.

Dopo aver bevuto del vino di serpente, Homer Simpson si ritrova a girare per la città di Springfield, dove incontra un Otto Gatto-bus, un Kwik-E-Mart “errante” e le cognate Patty e Selma in versione Kiki – Consegne a Domicilio, ma anche creature tratte dai capolavori d’animazione come La principessa Mononoke e La città incantata.

Lo scorso Settembre, in occasione del Festival di Venezia, Studio Ghibli ha annunciato il ritiro del Maestro, con grande disappunto dei suoi numerosi fan.

Il nuovo capolavoro di Miyazaki, “Si alza il vento”, sarà distribuito quest’anno nel nostro paese grazie a Lucky Red.

Presentato in concorso alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, il film racconta la vita e la tragica storia d’amore di Jirō Horikoshi, l’ingegnere aeronautico che durante il secondo conflitto mondiale progettò numerosi aerei da combattimento utilizzati dai giapponesi nelle azioni di guerra contro gli americani, tra i quali il Mitsubishi A6M, utilizzato nell’attacco di Pearl Harbor.

“Si alza il vento”: due clip tratte dal film

Lo scorso fine settimana è uscito negli Stati Uniti, con una release limitata, “Si alza il vento”, il nuovo e (purtroppo) ultimo capolavoro del maestro d’animazione giapponese Hayao Miyazaki, Leone d’oro alla carriera.

Presentato in concorso alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, “Si alza il vento” (The Wind Rises) racconta la vita e la tragica storia d’amore di Jirō Horikoshi, l’ingegnere aeronautico che durante il secondo conflitto mondiale progettò numerosi aerei da combattimento utilizzati dai giapponesi nelle azioni di guerra contro gli americani, tra i quali il Mitsubishi A6M, utilizzato nell’attacco di Pearl Harbor.

Di recente sono state rilasciate per il mercato statunitense le prime clip tratte dal film.
Nel film l’attore Joseph Gordon-Levitt presta la voce al protagonista, mentre Stanley Tucci è il famoso ingegnere aeronautico italiano Caproni.

Hayao Miyazaki parla del suo ritiro e di “Si alza il vento”

La notizia del ritiro di Hayao Miyaziaki lo scorso settembre ha, senza dubbio, deluso i numerosi ammiratori del Maestro dell’animazione giapponese. In una recente intervista, Miyazaki dà ulteriori spiegazioni a riguardo.

In una recente intervista con Indiewire, Hayao Miyazaki ha parlato del suo ultimo film “Si alza il vento” e ha confermato il suo ritiro dalla scena d’animazione.

Quando ha deciso di fare questo film, già sapeva che sarebbe stato il suo ultimo film?
Hayao Miyazaki: No, quando è iniziata la produzione non pensavo sarebbe stato il mio ultimo film. Solo dopo aver completato il film, ho pensato di renderlo il mio ultimo film. Ovviamente abbiamo ancora diverse idee in cantiere, ma ci vorrà del tempo, quindi non è molto realistico al momento e non mi rimane molto tempo. Quindi…

Quindi non farà più un altro film?
HM: No, probabilmente no.

Questo film è stata una vera partenza per lei, di solito concentra i suoi film in un periodo di tempo breve, e con una giovane eroina, come mai questo cambiamento nel suo approccio alla storia del film?
HM: Ad essere onesto, all’epoca avevamo solo questo progetto in cantiere. L’originale, la prima idea mi è venuta da un manga che avevo disegnato per hobby. Tutti i personaggi del manga, tutti gli uomini avevano la faccia di un cinghiale o un maiale. Poi il produttore mi ha detto ‘perché non ne fai un film?’. E io ho risposto ‘no, non è possibile.’ In seguito, la conversazione è andata avanti e abbiamo scoperto di poterne fare un film.
Ero molto ansioso del fatto che non sarebbe stato un film per bambini. Ma uno dei membri dello studio ha detto che anche se i bambini non avrebbero capito quello che stavano guardando, un giorno ci sarebbero riusciti. Quando abbiamo cominciato a sviluppare questo progetto come un film, è stato come scavarci la fossa da soli. Fortunatamente il risultato è stato buono, ma lavoravamo con quella sensazione.

Si identifica con il giovane ingegnere del film? In quanto artista, parlava per conto suo?
HM: La somiglianza potrebbe essere che quando lavoriamo sodo su qualcosa, ci concentriamo solo su quello, sono fatto così. Il protagonista è un misto dell’ingegnere Jiro Horokoshi e dell’autore Hori Tatsuo, che ha vissuto in quel periodo quando i miei genitori vivevano in Giappone. Sono entrambi delle persone molto tranquille e sincere.

Sta celebrando il tipo di innovazione e libertà creativa che ha praticato nella realizzazione di questo film?
HM: Beh, lo mio stile di vita non è intelligente come quello del protagonista. Forse ci somigliamo quando fumiamo.

Quando realizza un film, pensa al pubblico fuori dal Giappone o i suoi film sono prima di tutto per il Giappone?
HM: Quando faccio un film solitamente penso a una o due persone che mi sono vicine. Per ‘Si alza il vento’ pensavo ad un ragazzo. Non posso dirti chi, perché nemmeno lui sa che ho fatto questo film per lui. Ma dopo averlo visto ha detto che gli è piaciuto molto. Ha 14 anni.

In termini di animazione, c’è qualcosa che per lei è stato difficile da realizzare?
HM: Innanzitutto, ricreare l’atmosfera di quel periodo, la storia del Giappone. Avevamo paura questo tipo di tema non sarebbe stato adatto per un film d’animazione. La sfida maggiore è stata disegnare le scene con molte persone, dovevamo rispettare ogni singola persone che appariva sullo schermo.

Si aspettava le controversie e le obiezioni nei confronti del film in Giappone?
HM: Sapevo che ci sarebbero state delle critiche, e che alcune persone sarebbero state contrarie a questi protagonisti, ingegneri che realizzavano aerei da guerra. Ma sono sorpreso e grato alle persone degli Stati Uniti. Un tempo abbiamo combattuto la seconda guerra mondiale, ma gli americani hanno generosamente accettato il film.

Vero. Cosa ne pensa del supporto che John Lasseter e la Disney hanno dato ai suoi film nel corso degli anni? Hanno deciso subito di distribuire questo film non per famiglie?
HM: Dopo aver visto ‘Si alza il vento’ John Lasseter ha detto che gli ricordava “Il Dottor Zivago”. Anche io avevo pensato la stessa cosa durante la produzione, quindi è stato divertente vederlo fare questo paragone.

Chi ammira tra gli animatori degli altri paesi?
HM: Ovviamente John Lasseter, gli voglio davvero bene, oltre che provare rispetto. Anche Nick Park degli Aardam studios nel Regno Unito. Poi Frederic Back e Yuriy Norshteyn.

Quanto sarà coinvolto nella supervisione di Studio Ghibli?
HM: Sono abbastanza separato da tutto ciò che succede allo studio, cerco sempre di distaccarmi. Penso che il nostro rapporto continuerà ad essere lo stesso, quando avrò del tempo libero ci andrò. Se avrò qualcosa da fare allo studio, ci farò un salto. E se hai la possibilità di venirci a trovare, ti offrirò del caffè.

Verrò! Sta ancora scrivendo film?
HM: In realtà sto lavorando molto ad un progetto espositivo al Museo Ghibli.

Allora verrò anche al Museo Ghibli.

Presentato in concorso alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, “The Wind Rises” è il nuovo capolavoro del noto fumettista e regista giapponese Hayao Miyazaki, che nel 2003 si aggiudicò l’Oscar per il miglior lungometraggio d’animazione con La città incantata, e nel 2005 ricevette il Leone d’Oro alla carriera.

Il film racconta la vita e la tragica storia d’amore di Jirō Horikoshi, l’ingegnere aeronautico che durante il secondo conflitto mondiale progettò numerosi aerei da combattimento utilizzati dai giapponesi nelle azioni di guerra contro gli americani, tra i quali il Mitsubishi A6M, utilizzato nell’attacco di Pearl Harbor.