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Ecco perché Maggio è considerato il mese di Totoro

Quando si pensa allo Studio Ghibli, sicuramente uno dei primi film che viene alla mente è “Il Mio Vicino Totoro”. Non solo perché è nel logo, ma anche perché rappresenta il film più empatico e “diretto” dello Studio. Dove prima ancora delle parole e della storia, sono i luoghi, l’atmosfera e i colori a parlare. Miyazaki è tornato a parlare molto spesso di questo film, sottolineando anche una curiosità: il miglior mese per vedere Totoro è Maggio. I giapponesi hanno preso questa affermazione molte sul serio, annunciando sui social che “è il mese di Totoro”, oppure che “è arrivato il mese di Satsuki e Mei”. Perché?
Il perché per noi italiofoni non è diretto, ma se andiamo a studiare bene i nomi delle due sorelle Satsuki e Mei, scopriremo due cose molto interessanti. Mei in realtà non è altro che un calco dall’inglese May (appunto, Maggio), mentre Satsuki è il nome tradizionale giapponese per Maggio. Infatti, una bella giornata di maggio in giapponese viene chiamata satsuki-bare.

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Se questo non è un’indizio di per sé, basta guardare nella produzione del film per scoprire che in origine era prevista una sola protagonista: una bambina di sette anni chiamata Mei, che poi è rimasta nel poster originale del film (ovvero la cover del Blu Ray italiano).
Che Miyazaki abbia poi deciso di usare usare due protagoniste invece che una è un altro conto, ma la connessione con il mese di Maggio è rimasta. E non a caso, il rapporto tra le due sorelle è l’elemento principale del film, e sapere che in realtà nascevano come un unico personaggio non può che farci apprezzare ancora di più l’opera di Miyazaki.
Buon mese di Totoro a tutti!

I film dello Studio Ghibli in 8 bit

Lo scorso anno con l’uscita di “Si Alza il Vento” (in Italia dal 13 settembre) e l’annuncio del ritiro di Hayao Miyazaki, l’attenzione mediatica riservata al fondatore dello Studio Ghibli è aumentata.
A queste notizie si è aggiunto nei giorni scorsi l’annuncio dell’assegnazione dell’Oscar onorario proprio per Miyazaki, il secondo dopo quello del 2003 con “La città Incantata”.

Alcuni degli amanti del regista giapponese hanno realizzato delle immagini e dei video tributi per celebrare l’artista e il suo genio creativo. Le più famose pellicole sono state trasformate da Richard J. Evans in immagini in 8 bit e tra queste ci sono “Il mio vicino Totoro”, “Kiki – Consegne a Domicilio” e anche l’ultima opera “Si alza il vento”.

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Pablo Fernández Eyre, invece, in soli quaranta secondi ha riproposto alcune delle scene più belle dei lungometraggi realizzate in pixel art. Alla fine del video è lo stesso Miyazaki a essere rappresentato in 8 bit assieme a tanti dei personaggi creati nel corso degli anni.

Hayao Miyazaki Tribute “Pixel Art” from whoispablo on Vimeo.

Nonostante le innovazioni tecnologiche abbiano condotto verso una maggiore risoluzione delle immagini e delle animazioni, queste rivisitazioni in 8 bit ci ricordano molto lo stile dei videogiochi anni ’80, gli stessi anni in cui nasceva lo Studio Ghibli (fondato nel 1985).

I film dello Studio Ghibli sfilano in passerella

Hayao Miyazaki ha realizzato capolavori cinematografici famosi in tutto il mondo e per dimostrarlo si potrebbero fare tanti esempi. Uno dei più recenti e curiosi è la presenza in passerella alla prestigiosa Settimana della moda di Parigi di modelli che potrebbero essere ispirati ad alcuni dei film più noti, come “La città incantata” (a giugno nei cinema italiani), “Principessa Mononoke” e “Ponyo sulla Scogliera”. Tra gli stilisti che potrebbero aver realizzato abiti ispirati ai celebri lungometraggi di Studio Ghibli ci sono nomi del calibro di Vivienne Westwood, Paul & Joe, Alexander McQueen e anche l’italiano Valentino.

Susuwatari – l’abito di Gareth Pugh si ispira ai piccoli esserini di fuliggine apparsi prima ne “Il mio vicino Totoro” e poi ne “La città incantata”. Di solito neri, golosi di konpeito, si tramutano in polvere una volta toccati. La specie che ha sfilato per Gareth Pugh è una bellissima e rara varietà bianca.

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Spirito del Ravanello – Un altro personaggio presente nel film “La città incantata” è lo Spirito del Ravanello, chiamato anche Oshira-sama, che incontriamo nell’impianto termale dove lavora Chihiro. A ispirarsi a lui potrebbe essere Comme de Garcon’s in un abito che esalta la bellezza ribelle.

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Chihiro – Anche la bambina di 10 anni protagonista de “La città incantata” potrebbe aver ispirato un abito, questa volta di Chloe. In particolare l’abito fa riferimento a quello indossato da Chihiro all’interno dell’impianto termale: abito lungo con cintura in vita.

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Principessa Mononoke – Dopo il recente passaggio del film nei cinema italiani è facile riconoscere in questo abito la coraggiosa guerriera San, che lotta per salvare il luogo in cui è cresciuta dagli umani. A esaltare il fascino della principessa spettro è Alexander Mcqueen.

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Lo Spirito della ForestaVivienne Westwood ha creato un abito molto particolare ispirandosi al Dio Cervo presente in Principessa Mononoke? Avvolta nelle piante, la modella indossa rami di frutti di bosco intorno al collo e una piuma in testa, mentre il trucco esalta la bellezza e le dona un aspetto salutare.

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Totoro – Lo spirito della natura, amichevole e paffutello, de “Il mio vicino Totoro” è anche presente nel logo dello Studio Ghibli. A lui sembra ispirarsi l’abito di Viktor & Rolf, ovviamente grigio come in originale.

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Gattobus – L’originale mezzo di trasporto utilizzato ne “Il mio vicino Totoro” è un autobus a forma di gatto, che grazie alle dodici zampe riesce a muoversi velocemente diventando anche invisibile. Ispirazione per tanti artisti di campi diversi, in questo caso lo potrebbe essere stato per Chloe.

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Howl – L’affascinante Howl è forse l’ispiratore di questo abito rosso di Paul & Joe. Personaggio principale, insieme a Sophie Hatter e Calcifer, del film “Il castello errante di Howl” vive in un mondo di magia, ma soprattutto ha un castello che si muove per le Lande desolate.

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Ponyo – Il grande italiano Valentino, invece, si ispirerebbe ad un altro capolavoro dello Studio Ghibli: “Ponyo sulla Scogliera”, donando alla pesciolina rossa Ponyo che vuole diventare umana e stare accanto a Sōsuke un aspetto puro.

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Senza Volto – Ne “La città incantata” uno spirito “Senza volto” si affeziona alla protagonista Chihiro cercando disperatamente di renderla felice. Ha l’aspetto di un esile figura con una maschera bianca in volto ed è a questo spirito che sembra ispirarsi per il suo abito Yohji Yamamoto.

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Qual è il vostro preferito o quello che incarna meglio le caratteristiche del personaggio? Noi non sappiamo se questi abiti potrebbero piacere ad Hayao Miyazaki, ma se davvero sono stati ispirati dai capolavori Studio Ghibli confidiamo che siano fedeli ai valori espressi nei film del Maestro.