La protagonista de
"La Città Incantata" è Chihiro, una ragazzina di 10 anni, capricciosa e testarda che nel corso della storia capirà che bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare per sopravvivere in un mondo strano e pericoloso.
Quello della gioventù è uno dei temi principali del film di Hayao Miyazaki, che gli è valso un Oscar e un Orso d'Oro.
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La città incantata non è un film né satirico né cinico”, spiega il maestro. “Conosco cinque ragazzine di 10 anni circa. Le vedo ogni volta che vado nel mio chalet di montagna. Un giorno mi sono cominciato a chiedere quali fossero i loro sogni e le loro speranze. Ho iniziato a leggere lo Shojo mangas
(Fumetti particolarmente amati dal pubblico femminile, anche romanzi rosa e libri per l’infanzia, n.d.t.). Il suo tono estremamente romantico mi ha disgustato e così ho cercato qualcosa che potesse veramente attirare la loro attenzione.

Tranne pochi ed eccellenti autori come
Osamu Tezuka, mi sono reso conto che non c'è nessuno, nemmeno io, che si preoccupi dei problemi e delle esigenze delle ragazzine. Al tempo stesso, però, le edicole sono piene di riviste e pubblicazioni dirette ai maschi della stessa età, che trattano argomenti che hanno a che vedere con i loro bisogni.
E' per questo, che ho deciso di scrivere qualcosa che attirasse soprattutto le bambine. Qualcosa al quale potessero pensare e fare riferimento quando immaginano il loro futuro ed i loro rapporti con la società. In un mondo in cui sono iperprotetti, dove non possono giocare a meno di non fare parte di un club ristretto con regole rigide ed inflessibili, i bambini si stanno consumando.
Chihiro soffre della stessa sindrome. La rabbia sul suo volto è quella tipica dei bambini che non hanno più abbastanza tempo per giocare. Ma quando si trova ad affrontare un problema, la combattente che c'è in lei viene in superficie. La sua abilità nell'adattarsi e nell'usare la sua capacità di giudizio vengono fuori. Non volevo dipingerla come un'eroina perfetta e carina. Il suo fascino doveva scaturire dal suo cuore e dalla profondità della sua anima.
“Inoltre, volevo esplorare a fondo l'idea della comunicazione. La forza è nel linguaggio. Nel mondo in cui Chihiro si smarrisce, pronunciare una parola costituisce un'azione chiara e precisa. Quando Chihiro dice con convinzione a Yubaba che vuole lavorare, la strega non può fermarla.
Oggi, la parola e il linguaggio hanno perso valore e vengono dati per scontati. I grandi proclami non contano più nulla. In
La città incantata prendere il nome di qualcuno equivale a dominarlo completamente. Sen (Chihiro) vive nel costante terrore di essere divorata. E' ciò che la fa andare avanti. In condizioni normali sarebbe triste e cupa, invece è felice.
In questo film volevo esprimere il concetto che il linguaggio è un valore in sé, che è portatore di energia. Il fatto di aver ambientato la storia in un luogo immaginario, ma comunque giapponese ha senso anche se si tratta di una favola. Non volevo una favola occidentalizzata con ogni sorta di via d'uscita rassicurante. Quando ho visto Pinocchio, mi sono venuti i brividi di felicità davanti alla scena in cui il burattino e il suo amico si ubriacano, giocano a biliardo e fumano sigari.

I bambini amano la decadenza anche se poi pagheranno le loro imprese con la trasformazione in asini. In
La città incantata i genitori sono trasformati in maiali. Nella nostra epoca, scrivere di mondi affascinanti dimostra mancanza di immaginazione. I bambini consumano incessantemente prodotti superficiali che li allontanano sempre più dalle loro radici. Ogni paese ha le proprie tradizioni, che sono fondamentali e devono essere tramandate ed apprezzate. I confini e le frontiere stanno svanendo e, per quanto possa sembrare paradossale, le persone che non appartengono a nessun luogo specifico sono oggetto di disprezzo.
Credo che chi ha tagliato i ponti con le tradizioni scomparirà. E’ esattamente ciò che voglio comunicare alle ragazzine di 10 anni.
Voglio incoraggiarle e dire loro che, come Chihiro, possono avere successo e riuscire nella vita. Non sento di aver fallito e spero che
La città incantata non sia definito un viaggio d'iniziazione. Con La città incantata volevo smontare questo mito ridicolo: alla fine del film Chihiro ha imparato solo e semplicemente ad avere fiducia in sé stessa. Nenache io, del resto penso di essermi evoluto molto negli ultimi 60 anni. Forse, l'unica cosa che ho ottenuto è di avere un po' più di controllo rispetto al passato”.
"La Città Incantata" sarà nelle sale italiane il 25, 26 e 27 giugno. Cliccate sul banner seguente per prenotare il vostro posto in sala.