Principessa Mononoke: dalla storia al film | Studio Ghibli
Ultime Notizie.
1984 NIBARIKI – GH
torna al blog
31
Mar
Principessa Mononoke: dalla storia al film



Tra poco più di un mese, esattamente dall’8 al 15 maggio, nelle sale cinematografiche italiane arriverà Principessa Mononoke, il capolavoro del maestro Hayao Miyazaki. Il film, prodotto dallo Studio Ghibli nel 1997, godrà di un nuovo adattamento e un nuovo doppiaggio, realizzato con la supervisione dello studio giapponese.

Il lungometraggio è ambientato nel periodo Muromachi, un’epoca della storia del Giappone che va dal 1336 al 1573. In questo periodo era al potere la dinastia di shōgun del Clan Ashikaga, la quale governò il Giappone da quando Ashikaga Takauji ricevette il titolo di shōgun dall’imperatore Kōmyō. Il termine che designa il periodo, cioè “Muromachi”, deriva dal quartiere di Kyoto in cui il terzo shōgun, Yoshimitsu (1358 – 1408) ha edificato lo Hana no Gosho (“palazzo dei fiori”), la sede ufficiale dello shogunato.

Dal 1391, a causa di un aumento dei tributi e in generale della pressione fiscale, ci furono diverse sollevazioni fino a quando nella seconda metà del Quattrocento si arrivò al periodo denominato sengoku-jidai, cioè “del paese in guerra”, su calco dell’antica epoca cinese del chang-kuo, gli “Stati combattenti”. Dall’avvento dello shogunato Ashikaga, il Giappone non aveva conosciuto un vero e proprio momento di pace. Il fiscalismo sempre più pressante era dovuto al prosciugamento dell’erario che portò l’ottavo shōgun Ashikaga Yoshimasa (1436 -1490) a chiedere un prestito alla Cina.

In generale il periodo che seguì la morte di Yoshimitsu segnò l’aumento del potere delle famiglie che detenevano il controllo delle province a scapito degli shōgun; le lotte tra signori feudali sfociarono ne “I torbidi dell’era Ōnin” (1467-1477), un periodo di guerra civile in cui lo shogunato non riuscì a mantenere il controllo militare. Ai primi del Cinquecento la situazione interna era difficile da sostenere, perché alle lotte interne si sommavano terremoti, incendi, epidemie e brigantaggio

800px-MuromachiShip1538

Nel 1543 approdò in una piccola isola del Giappone, Tanegashima, un equipaggio portoghese che portò con sé delle armi da fuoco; quest’ultime furono ammirate dai giapponesi che ne iniziarono la fabbricazione e le usarono durante il periodo di lotte, rivoluzionando l’assetto politico del Paese. Il Giappone fu inserito nelle rotte lusitane e cominciarono ad arrivare i gesuiti, tra cui approdò nel 1549 Francesco Saverio. Qualche decennio più tardi, a seguito dell’unificazione delle corone di Spagna e Portogallo nel 1580, approdarono anche gli spagnoli assieme ai missionari francescani e più tardi, domenicani.

L’arrivo degli occidentali coincise anche con la fine dello shogunato; infatti il signore feudale Oda Nobunaga acquisì sempre più potere, fino a quando riconquistò Kyoto e sostenne lo shogunato di Ashikaga Yoshiaki. Quest’ultimo conquistò l’ambita posizione, ma il potere era detenuto effettivamente da Nobunaga. La fine definitiva del periodo Muromachi arrivò nel 1573, quando Oda Nobunaga espulse lo shogun, rifiutando, in seguito, di proclamare il sedicesimo shōgun Ashikaga.